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Le tre vedute più famose del Giappone: Le isole Matsushima

Articolo a cura di Susanna Ribeca, (scrittrice)


Le Nihon Sankei sono i 3 paesaggi (o vedute) considerati i più belli in Giappone, talmente incantevoli che si devono vedere almeno una volta nella vita.


I giapponesi hanno sviluppato nel corso dei secoli una vera e propria passione per le classifiche, in particolare l’enumerazione dei siti più famosi.

Le “Tre vedute” (Sankei) nascono come elenco stilato da Hayashi Razan, letterato e consigliere dei primi quattro shogun Tokugawa, nel 1643. Da allora sono state create molte altre classifiche che si sono definitivamente radicate nell’immaginario nipponico, basti solo pensare alle celebri 36 vedute del monte Fuji di Hokusai, o alle 53 vedute del Tokaido di Hiroshige, per citare i maestri della xilografia giapponese e le loro opere più celebri.


Le Nihon Sankei sono:

  1. le isole Matsushima, ovverosia 260 isole coperte di pini nella baia omonima;

  2. Amanoshidate, ossia Il “ponte del cielo”, un banco di sabbia lungo 3,6 km coperto da alberi di pino che attraversano tutta la baia di Miyazu;

  3. Miyajima, il famoso torii rosso nel mare di fronte al Santuario di Itsukushima.

Oggi parleremo delle isole Matsushima.



A solo mezz’ora da Sendai, Matsushima (松 島, isole dei pini) è legata alla leggenda relativa al famoso poeta di haiku Matsuo Bashō (1644-1694): egli, attraversando questo territorio, inizialmente non fu capace di creare nessun verso, in quanto non riuscì a trovare le parole adatte per descrivere un posto così suggestivo.

La cosa che rende unica la baia è la sua conformazione.

Costellata di isolotti ricoperti di pini, nel tempo l’erosione ha dato alle isole forme particolari, modellandole in tanti piccoli ed eleganti giardini rocciosi, armonicamente disposti in questo golfo dell’oceano Pacifico.

Il modo migliore per godere appieno della baia è partecipare a una delle crociere che partono dal molo; alcune ritornano a Matsushima, altre si dirigono verso la vicina Shiogama.


Si possono scegliere vari itinerari, ma il suggerimento è quello di prendere il percorso Bashō, che conduce lungo quella che, ipoteticamente, fu la tratta percorsa dal poeta per conoscere le isole.

Dopo avere navigato da Shiogama a Matsushima, il poeta scese sulla spiaggia dell’isola di Oshima.

Rimase talmente impressionato da quella visione che, in seguito, scrisse che era affascinante almeno quanto quella del lago Dongting in Cina, detto anche Lago dell’Ovest. Pur essendo sull’oceano, l’arcipelago infatti sembra galleggiare su un calmo lago.


Due sono gli haiku di Bashō dedicati a questi panorami che vale la pena ricordare:

“shimajima ya/chiji ni kudakete/natsu no umi”

cioè

“tutte queste isole/frantumate in migliaia di pezzi/il mare d’estate”


E il più celebre:

matsushima ya/aa, matsushima ya/matsushima ya”

cioè

“Matsushima!/Ah, Matsushima!/Matsushima!”

che dimostra come nessuna parola è in grado di riassumere la bellezza del luogo se non quella che gli dà il nome, appunto.


Alcuni affermano che l’haiku non sarebbe di Bashō, però ciò non gli toglie affatto valore.


Tre isole sono collegate alla terraferma da ponti pedonali e sono facili da esplorare.

L'isola centrale adiacente al terminal dei traghetti ospita il piccolo tempio Godaido, che è diventato un simbolo. Si pensa che un tempio chiamato Bishamondo fu costruito sull'isola all'inizio del IX secolo. L'attuale struttura è stata edificata nel 1604 da Date Masamune, il primo signore di Sendai. La sala decorata con sculture è il più antico esempio esistente dell'architettura Momoyama (1573-1615), nella regione di Tohoku.


L'isola di Fukuura è facilmente riconoscibile dal ponte rosso lungo 252 metri.

Pagando una piccola quota all'ingresso, si può attraversare e vagare per i boschi. Per un'altra splendida vista sulla baia bisogna seguire i sentieri verso il lato opposto.


L'altra isola raggiungibile a piedi è Oshima.

Si esce dalla stazione Matsushima-Kaigan e, andando verso la riva e poi verso sud lungo la costa per cinque o dieci minuti, si arriva ai templi e alle grotte di meditazione intagliate a mano, utilizzate dagli antichi monaci.


Altre meraviglie degne di nota sono i templi Zuiganji e Etsuin.

Il tempio Zuiganji è il tempio Zen più importante della regione di Tohoku. Fu fondato originariamente nell'828 dal monaco Jikaku Daishi (Ennin) come tempio Enpukuji, del ramo Tendai del buddismo. Prosperò durante il tempo di Kamakura (1185-1333) come tempio zen sostenuto da Hojo Tokiyori (il quinto sovrano dello shogunato di Kamakura), ma poi cadde in rovina. Nel 1609, Date Masamune, il signore della tenuta di Sendai, ricostruì l'edificio in cinque anni con il nome di tempio Zuiganji, utilizzato dalla sua famiglia.


Accanto a Zuiganji c'è il tempio Entsuin, costruito dall’allora capo del clan Date, Date Tadamune, nel 1646. Fu costruito per commemorare suo figlio Mitsumune, morto a 19 anni. Il mausoleo ospita una statua del figlio su un cavallo bianco circondato da motivi occidentali. Esiste anche un giardino in stile giapponese e un roseto in stile occidentale. Le foglie autunnali qui sono particolarmente belle.


Matsushima offre molti pesci freschi e succulenti nei suoi numerosi ristoranti e bancarelle di cibo al mercato ittico. Particolarmente squisite sono le ostriche, gli hamburger di ostriche, le anago (anguille d'acqua salata) e i calamari alla griglia.

A Kanrantei funziona un’antica casa da tè, regalo del sovrano del Giappone, Toyotomi Hideyoshi, al daimyo di Sendai Date Masamune.

Diventa un’esperienza unica sorseggiare il tè verde matcha amaro con un dolce giapponese di produzione locale sull'engawa (un corridoio esterno spesso usato come veranda), che offre una vista mozzafiato sulla baia sottostante.

Uno dei luoghi migliori dove ammirare questo caratteristico paesaggio è il Parco Saigyo-Modoshi-no-MatsuKoen, soprattutto durante la primavera, quando centinaia di ciliegi fioriscono, creando un’atmosfera fantastica.


Non mancano i festival, fra cui i principali sono il Matsushima Oyster Festival, dedicato proprio alle ostriche, che si svolge in febbraio, e il Toro Nagashi Hanabi Taikai, che invece si tiene nella metà di agosto, avvolgendo tutto di magia: i fuochi d’artificio illuminano il cielo mentre centinaia di lanterne fluttuano sulle acque del mare.


Poiché le isole hanno agito come una barriera naturale contro lo tsunami che l’11 marzo 2011 si è abbattuto sulla costa nordorientale, provocando conseguenze terribili, questa località ha subito relativamente pochi danni.

Ma appena qualche chilometro più in su o più in giù lungo la costa, intere cittadine e villaggi, insieme con la maggior parte dei loro abitanti, sono stati inghiottiti dal mare.

Ancora oggi i dispersi sono 2.800.




Articolo a cura di Susanna Ribeca, (scrittrice)



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