Ha firmato alcune delle opere più importanti del Novecento: tra Giappone e Italia
Articolo a cura di M.Matteo Gagliardi, Direttore del Centro Culturale Italia Giappone ''Sicomoro'' in Italia

Kenzo Tange nasce il 4 settembre 1913 a Osaka, ma trascorre i primi anni della sua infanzia tra Hankow e Shanghai, in Cina, facendo rientro in Giappone solo a seguito della morte di uno zio.
Completa poi il suo ciclo di studi a Hiroshima, città in cui incontra Le Corbusier: venire a conoscenza dei progetti del grande maestro del modernismo, dunque, lo convince a intraprendere una specializzazione in Architettura a Tokyo.
Una volta laureato, Tange inizia a lavorare come assistente di Kunio Maekawa per un anno, prima di ritornare in aula e approfondire l’urbanistica studiando le piazze del mercato greche e romane. Vince poi il concorso indetto per la realizzazione di un Memorial presso il monte Fuji con un progetto che univa l’architettura shintoista a quella dell’Antica Roma, ma l’opera non viene mai realizzata.
Nel frattempo la seconda guerra mondiale sconvolge il Paese, ma la distruzione portata dagli scontri è anche l’occasione per Kenzo Tange di dar sfogo alla sua passione per l’urbanistica e ricostruire là dove ormai erano presenti solo macerie.
I primi progetti di Kenzo Tange
L’architetto giapponese riceve infatti l’incarico di progettare la ricostruzione post-bellica del Giappone nel 1946, occupandosi di Hiroshima, di Maebashi e dell’aeroporto di Kanon. Nel 1949, però, gli viene affidato il Museo della Pace della città vittima dell’attacco atomico e il nome di Kenzo Tange, a quel punto, arriva in tutto il mondo.
Con una struttura museale che avrebbe dovuto essere l’assoluta protagonista del progetto, costruisce infatti un edificio in cemento armato a vista e pavimento sospeso su poderosi piloni alti sei metri; la facciata, invece, viene concepita come una successione di elementi verticali che danno ritmo e regolarità all’aspetto esterno. Gli stessi concetti vengono poi ripresi negli spazi interni in modo che le opere esposte possano risaltare in uno scrigno essenziale e funzionale.

Museo della Pace / Hiroshima
A partire dal Museo della Pace, Tange inizia a essere chiamato per la realizzazione di alcuni tra i più importanti edifici della Nazione: nel 1953 partecipa alla ricostruzione del Santuario di Ise; cinque anni più tardi è la volta della Prefettura di Kagawa sull’isola di Shikoku; nel frattempo, poi, si dedica alla propria abitazione privata materializzando appieno la sua intera concezione di architettura in una casa che, dall’esterno, riproduce le fattezze del museo di Hiroshima e abbina al cemento materiali tipici nipponici come il legno e la carta.
A inizio anni Sessanta viene inaugurato il nuovo Municipio di Kurashiki, mentre nel 1964 l’architetto dà prova del suo talento in diverse arene del Yoyogi National Gymnasium pensate per le Olimpiadi di Tokyo.
La carriera prosegue poi fuori dai confini nazionali con il Palazzo della Corte suprema del Pakistan, e dentro il Giappone con il piano predisposto per preparare Osaka all’Expo 1970.
Gli ultimi anni di Kenzo Tange
Come detto, grazie alle opere progettate nel Paese natio, il nome di Kenzo Tangeinizia a risuonare in tutto il mondo e gli ingaggi dell’architetto cominciano a riguardare qualsiasi angolo del pianeta: più di venti, infatti, sono i Paesi che ospitano almeno un progetto che porta la sua firma. Nel 1985, per esempio, il sindaco di Parigi Jacques Chirac gli commissiona il piano per Place d’Italie e l’architetto mette a punto un modo per collegare diverse sezioni della capitale francese tra est e ovest. È comunque in Giappone che l’attività di Tange continuerà a concentrarsi per tutta la sua vita e, a inizio anni Novanta, arriva il Palazzo del Governo Metropolitano di Tokyo composto da una piazza dominata da due grattacieli e un terzo corpo di fabbrica.
L’architetto continuerà a disegnare fino all’ultimo respiro. La morte lo coglie infatti nel 2005 e la Nazione decide di celebrarlo per l’ultima volta all’interno di una delle opere più maestose della sua carriera: l’avveniristica Cattedrale Santa Maria di Tokyo. Oggi il suo studio prosegue nelle tradizionali attività sotto la guida del figlio Paul Noritaka.

Cattedrale Santa Maria / Tokyo
Kenzo Tange in Italia
Fortunatamente, chi vive in Italia non ha per forza l’obbligo di compiere un lungo viaggio intercontinentale per toccare con mano un’opera firmata da Kenzo Tange. Nonostante recarsi in Giappone sia il miglior modo per conoscere l’architetto, il maestro ha infatti lasciato tracce del suo passaggio anche sul territorio italiano.
Si tratta, per esempio, delle torri del quartiere fieristico di Bologna, del quartiere Librino di Catania e del Centro Direzionale di Napoli. Per quanto riguarda Milano, a Tange si deve l’intero progetto urbanistico del Quartiere Affari sito in San Donato Milanese: qui, peraltro, sono sue la sede di BMW-Italia e la torreAGIP.
A Roma, infine, è stato tra i supervisori della sede della Toyota.
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Articolo a cura di M.Matteo Gagliardi, Direttore del Centro Culturale Italia Giappone ''Sicomoro'' in Italia
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