La storia della poesia giapponese
(Articolo a cura di M.Matteo Gagliardi, Direttore del Centro Culturale Italia Giappone ''Sicomoro'' in Italia)
Bentornato!
Oggi ti parlo di "Haiku", una perla della cultura giapponese.
Storia della poesia giapponese
Haiku è una delle forme poetiche più brevi della letteratura giapponese e una delle opere più preziose di questa cultura.
Tale è la sua bellezza che si è espansa al mondo intero attraverso la sua semplicità, tenerezza e bellezza.
Nel XVII secolo divenne popolare come forma di espressione della religione Zen grazie al Maestro Bashō.
Da allora, molti scrittori hanno continuato questa meravigliosa arte.
L'origine dell'Haiku affonda nella religione dell'antica Cina, un periodo in cui il buddismo, il confucianesimo e il taoismo iniziarono ad essere molto popolari come un modo per raggiungere gli altri ed esporre i pensieri più chiari e sinceri.
La sua arte è stata trasmessa fino al punto di diventare una scuola, per mano del famosissimo poeta Bashō.
Composizione di Haiku
Haiku trova le sue origini nell'Hokku, era una formula di costruzione letteraria usata in un tipo più lungo di poesia noto come "Renga". Fu quando questa composizione cominciò ad essere usata come unità indipendente, che cominciò a chiamarsi Haiku.
Questo poema è composto da diciassette sillabe distribuite rispettivamente in tre versi di 5, 7 e 5 sillabe, ed è formato da cinque a otto parole. Secondo la sua tradizione classica, il poema deve includere un kigo: una parola o un'espressione che allude alla stagione dell'anno in cui si trova il presente del poema.
Una caratteristica fondamentale oltre al periodo dell'anno, è il suo tema sempre legato all'ambiente naturale, riferendosi ad animali, piante, fiori, alberi, paesaggi e condizioni climatiche.
Il sentimento della prima persona di solito è esente, il narratore non parla di ciò che gli accade, ma di ciò che accade di fronte a lui e intorno a lui, diventando un semplice osservatore e apprezzando ciò che lo circonda.
La libertà e la sensibilità dei concetti astratti sono fondamentali nella loro composizione.
"Non c'è niente, ma è indimenticabilemente significativo"
Queste sono le parole che lo scrittore Blyth usa per definire haiku, a cui si può aggiungere l'idea che haiku sia l'arte del silenzio tradotta in parole.
Questo tipo di poesia porta al linguaggio un'emozione sincera, malinconica, anche di gioia.
Potresti dire che è la capacità di catturare chiaramente ed eloquentemente il sentimento più genuino dell'anima, qualcosa che nasce dalla contemplazione.
Non c'è rumore che interferisca tra il silenzio e ciò che viene descritto.
Matsuo Bashō visse nel XVII secolo ed è considerato uno dei più grandi maestri dell'haiku.
La sua poesia viaggia in tutto il mondo nel cuore delle persone sotto forma di arte pura e semplice, con una componente spirituale che la rende ancora più preziosa.
Di seguito riporto una piccola selezione di alcuni dei tanti e meravigliosi haiku che sono stati scritti.
Ti consiglio di leggerli attentamente, come se stessi davvero contemplando ciò che le parole descrivono:
C’ero soltanto. C’ero.
Intorno cadeva la neve.
(Kobayashi Issa)
Il suono del volo di pipistrelli
scuro nel bosco.
(Masaoka Shiki)
Non piangete insetti anche le stelle sanno di amori divisi.
(Kobayashi Issa)
Brace sotto la cenere si spegne col suono di lacrime che bruciano.
(Matsuo Bashō)
Di colui che aspetto
lontano suono di passi su foglie cadute.
(Yosa Buson)
Il ladro non ha portato via la Luna alla mia finestra.
(Ryōkan Taigu)
Coleottero
lo scaglio contro il buio
avverto il fondo della notte.
(Takahama Kyoshi)
Lui, una parola io, una parola autunno profondo.
(Takahama Kyoshi)
Questa mattina d’autunno guardando allo specchio il volto di mio padre.
(Murakami Kijo)
Vento violento sospinge nell’oceano il sole del tramonto.
(Natsume Sōseki)
Haiku è la semplicità di un'arte.
La bellezza di vivere contemplando i dettagli quotidiani.
Un modo di vedere la vita attraverso la natura e l'anima.
Questo concetto è legato anche al tema "Wabi-Sabi", vivere la vita in semplicità.
Ti consiglio di leggere il nostro articolo sul Wabi-Sabi se non l'hai ancora fatto.
Grazie per la lettura!
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Articolo a cura di M.Matteo Gagliardi, Direttore del Centro Culturale Italia Giappone ''Sicomoro'' in Italia
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