Oggi voglio parlarti di una delle feste più importanti e significative della cultura giapponese.
Questa festa di origine buddista si celebra da più di 500 anni a metà agosto, si commemorano e onorano le anime degli antenati.
Questa volta non sarà il mio solito articolo strappa lacrime o la scintilla di un dibattito, perché credo che a volte sia importante conoscere un po' più a fondo alcune tradizioni, per capire meglio il Giappone.
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L'Obon dura solitamente almeno tre giorni, e si celebra normalmente dal 13 al 16 agosto del calendario solare, anche se la data può variare a seconda della regione.
"Secondo la tradizione giapponese, in queste date le anime dei defunti tornano nelle loro case per visitare le loro famiglie. L'obiettivo di questa celebrazione è accoglierli con gioia e rispetto"
Ci sarebbero davvero tantissime cose da dire e sicuramente non basterebbe un articolo, ma oggi cerchiamo di capire come si svolge la festa, dai preparativi all'addio agli antenati.
Preparativi Obon
I giapponesi iniziano a fare i preparativi qualche giorno prima del 13 agosto, poiché proprio in questa data inizia la prima parte di questa celebrazione chiamata “Mukaebon” (迎 え 盆).
Mukae: accogliere.
Bon: festa buddista per commemorare i morti.
Quindi, prima di questo giorno, ci si dedica alla pulizia della casa e all'acquisto di tutto il necessario per decorarla.
In seguito si costruisce un altare con le offerte in onore degli antenati che verranno a fare visita.
In questo giorno inoltre, ci si reca anche alle tombe, non per pregare ma per pulirle, perché nei giorni successivi ci si andrà con tutta la famiglia.
(Esempio di altare)
Inizio
Come detto prima, l'Obon inizia il 13 agosto.
Questa prima fase della celebrazione è conosciuta come "Mukaebon" e i suoi rituali e le sue preparazioni iniziano molto presto.
Ogni famiglia prepara uno scaffale speciale dove poi ripongono le offerte per i loro antenati accanto alla "tavola dello spirito". La "tavola degli spiriti" o conosciuta in giapponese come "Ihai" (位 牌) è una tavola di legno che le famiglie giapponesi hanno sugli altari dei loro antenati.
Le offerte più importanti che vengono messe sullo scaffale sono cetrioli e melanzane.
Si chiamano “Shōryōma” (精 霊 馬) e “Shōryōushi” (精 霊 牛), e hanno un significato molto importante: poiché simboleggiano un cavallo e una mucca.
Animali che, secondo le credenze, i defunti utilizzeranno per raggiungere le case delle loro famiglie.
La tradizione indica che con il cetriolo (il cavallo) le anime possono arrivare "velocemente" alla festa e stare con i propri cari.
La melanzana (la mucca) invece, la useranno per tornare "lentamente" all'aldilà quando la festa è finita.
Il fuoco del benvenuto
Una volta completati tutti questi preparativi, le famiglie tornano alle loro case e aspettano con impazienza il tramonto per eseguire il rituale chiamato "Mukaebi" (迎 え 火), che letteralmente significa "Il fuoco di benvenuto".
All'imbrunire, ogni famiglia accende un piccolo fuoco all'esterno della casa, poiché si ritiene che in questo modo le anime possano localizzare le proprie case senza perdersi.
I fuochi vengono accesi su piccoli piatti di ceramica, e per farlo si utilizzano piccoli legnettipezzi di legno detti "Ogara".
Questo è uno dei momenti più speciali dell'Obon.
Offerte e visite
Il giorno successivo, cioè il 14 agosto, le persone di solito visitano le tombe dei loro antenati e lasciano offerte come fiori, frutta, acqua o sakè.
Le tradizioni o rituali che si svolgono durante questo giorno possono variare a seconda della regione, ma normalmente dopo aver visitato le tombe, le persone di solito trascorrono la giornata con la propria famiglia, condividendo un pasto e ricordando i propri antenati.
墓参り(Haka Mairi) : Visita al cimitero
Okuribon: L'addio
Il 16 agosto è l'ultimo giorno della celebrazione dell'Obon e, come tale, le famiglie di solito partecipano a una serie di rituali per salutare le anime dei loro antenati con rispetto e gioia.
Questa fase della celebrazione dell'Obon è conosciuta come "Okuribon" (送 り 盆).
送り (Okuri) : Accompagnare, inviare
In questo giorno hanno l'usanza di accendere un altro piccolo fuoco, chiamato “Okuribi” (送 り 火), che significa “fuoco d'addio”. Si accende per guidare gli antenati verso l'altro mondo in modo sicuro, in modo che non si perdano lungo la strada.
In alcune regioni si accendono lanterne sui fiumi.
Altre tradizioni
Sebbene l'Okuribon sia il rituale con cui termina l'obon, esistono anche altre usanze di grande importanza nello stesso periodo in diverse parti del Giappone.
Ad esempio, a Kyoto, si tiene il Gozan no Okuribi, uno dei festival più spettacolari della città.
In questo festival vengono accesi grandi falò nelle montagne che circondano la città di Kyoto. La cosa più favolosa è che i falò hanno la forma di alcuni caratteri giapponesi (kanji) ed emblemi familiari.
In città come Hiroshima è consuetudine eseguire una cerimonia nota come “Tōrō nagashi” (灯 篭 流 し), in cui le famiglie fanno galleggiare lanterne di carta sul fiume in onore dei loro antenati.
Nella prefettura di Tokushima, invece, è consuetudine celebrare l'Awa Odori (阿波 踊 り), la più importante sfilata di danza popolare del Giappone a cui partecipano centinaia di ballerini.
Ma tra le usanze più tipiche dell'obon c'è il Bon Odori (盆 踊 り), un altro festival molto allegro che si svolge in spazi aperti, e a cui molte persone partecipano indossando yukata e ballando musica tradizionale intorno a una torre chiamata "Yagura” dove ci sono musicisti che suonano il Taiko. (tamburo giapponese)
Qui un video di questa danza a Shibuya, uno dei quartieri più popolati di Tokyo.
Conclusione
L'obon è una festa molto importante per i giapponesi, ricca di tradizioni e simbolismi che ha un nobile obiettivo: ricordare chi non c'è più.
Non può assolutamente essere una festa triste, l'obon è una festa piena di gioia, grazie alla quale le persone possono riposare insieme alla loro famiglia, perché è anche un'occasione per rincontrarsi, visto che in questo periodo tornano a casa i familiari che sono fuori regione per rivedersi e stare insieme ai parenti.
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(Articolo a cura di M.Matteo Gagliardi, Direttore del Centro Culturale Italia Giappone ''Sicomoro'' in Italia)
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