Io sono cresciuto in Giappone, e non ho mai visto un bambino gettare per terra una sola carta o bustina della merenda in tutta la mia vita.
Si certo, poi ci sono anche i famosi ‘’ribelli’’, coloro che gettano a terra una bottiglietta o sigaretta solo perché non si deve fare, insomma quelli che se la legge dice bianco fanno nero senza pensarci troppo, ma questo è un comportamento estraneo al giapponese medio.
Come parlato nell’articolo ORGANIZZAZIONE E RICICLO DEI RIFIUTI IN GIAPPONE, le persone sono responsabili dei propri rifiuti generati dentro e fuori casa.
Se pensi al Giappone, sicuramente le prime cose che ti vengono in mente sono sushi, kimono, bonsai e le graziose pagode che decorano le valli.
Ma perché questo paese è uno dei più educati al mondo? Non certo una simpatica pagoda può determinare il carattere di un intero paese, anche perché di bei monumenti il mondo ne è pieno.
Oggi ti racconterò alcune realtà nelle scuole giapponesi che ho vissuto in prima persona in Giappone.
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Perché i bambini giapponesi sono così educati? Approfondiamo l’educazione scolastica.
Grazie ai social network abbiamo assistito a casi in cui i bambini giapponesi mostrano atteggiamenti eccezionali; bambini educati, molto gentili, onesti, disponibili che difficilmente perdono il controllo delle proprie emozioni o sentimenti.
Ma è davvero così?
Vediamo alcuni punti interessanti che sicuramente influiscono sulla buona educazione e principi.
- A scuola non si studiano solo le materie scolastiche, c'è uno spazio importante per conoscere le emozioni, la natura e l'ambiente con l’obbiettivo di diventare un membro prezioso della società.
Esempio: all’asilo, che va dai 3 ai 5 anni, in ogni classe c’era un coniglio, per imparare a prendersi cura degli animali. Inoltre fin dall’asilo i bambini imparano a cucire, a stirare e molto altro. Non è solamente un obbligo scolastico, ma un divertimento per i bambini.
- L'educazione ai valori occupa una posizione di rilievo: imparano le buone maniere, la pulizia, il rispetto per la natura e le persone o la tolleranza come qualcosa di ''naturale''.
Apprendono fin da piccoli le regole base del comportamento per una buona convivenza.
Esempio: Una volta a settimana c’è il ‘’Chorei’’ cioè la riunione mattutina, in classe, nella palestra della scuola o all'aperto. Di solito c'è il discorso del preside o in sua assenza di un'altro insegnato. Ci hanno insegnato ad avere pazienza, a sopportare ciò che non sempre piace fare.
Questa abitudine nelle scuole c’è dall’asilo fino alle superiori. (Non nego che a volte era davvero straziante…)
- L'autonomia e l'indipendenza sono incoraggiate in modo che i bambini possano imparare a gestire i propri compiti: dalla preparazione dello zaino di scuola a mantenere il proprio spazio pulito e attento, persino ad andare a scuola da soli, a piedi o in bicicletta.
Esempio: Se nell’ora di punta vai vicino una scuola vedrai bambini di qualsiasi età, magari sotto la pioggia che arrivano a piedi. Per esempio ricordo che nella mia scuola media c’era la severissima regola che solo chi viveva a più di 2km poteva usare la bicicletta. Beh, io ero a 1,800 metri..
- Imparano a prendersi cura dell'ambiente attraverso un compito chiamato Osoji, che consiste nel pulire la scuola, l'aula, i corridoi, i bagni, le scale... Lungi dall'essere una punizione, si basa sull'idea che se sono i bambini a pulire la scuola ci penseranno due volte prima di sporcarla.
Esempio: Ogni giorno ci sono i turni di pulizia, dove la classe si divide in gruppi settimanali e ogni gruppo ha il suo compito. Il gruppo che pulisce i bagni, quello che pulisce i vetri, i corridoi, le scale ecc. Questa routine si faceva di solito dopo mangiato, ogni giorno. La scuola era sempre pulita. Ogni giorno poi, c’era l’addetto a pulire la lavagna.
- I bambini mangiano in classe, insieme ai loro compagni e insegnanti, così hanno il tempo di interagire tra loro in modo più informale. Ma in più, gli studenti stessi servono il cibo ai loro compagni e devono occuparsi della raccolta e pulizia a fine pasto.
Esempio: a parte i gruppi di pulizia, c’era il gruppo della cucina, che ogni giorno andava in cucina a prendere il mangiare per tutta la classe per poi servirgliela muniti di grembiule e cappellino da cucina, a fine pasto doveva riportarla in cucina possibilmente senza avanzi.
- Il rispetto per gli altri è alla base di tutto, come per esempio indossare una mascherina al minimo sintomo di raffreddore, ringraziare i pasti prima e dopo aver mangiato, essere gentili con gli altri o non gridare o alzare la voce quando si è in un luogo pubblico.
Credo che quest’ultimo sia forse il più importante, avrei milioni di esempi da fare, ma il concetto, bambino o adulto che sia, è proprio il rispetto per gli altri.
In Giappone c’è la parola ‘’Meiwaku’’ che significa ‘’disturbo’’ o anche ‘’fastidio’’ che riassume tutto il concetto che poi è alla base di tutte le relazioni sociali. Questa parola viene utilizzata moltissimo, e in Giappone si dice che la coda più importante è non dare fastidio agli altri, ‘’他人に迷惑をかけない - Tanin ni meiwaku wo kakenai’’.
Questa è la base, non dare fastidio, quindi non si alza la voce in pubblico, non si parla al telefono in treno, se c’è qualcuno nella tua scia ti sposti, e tutto ciò che ti può venire in mente lo puoi benissimo aggiungere.
Credo di aver dato qualche esempio per rendere l'idea di come ci si comporta a scuola, anche se ci sarebbe tutto l'argomento dell'educazione da parte dei genitori, che non va tralasciato. Credo proprio che in futuro scriverò qualcosa al riguardo.
Ma come dico sempre, non è tutto rose e fiori. Questa volta ho parlato dell'EDUCAZIONE che ricevono nelle scuole.
Tutto questo comporta poi delle aspettative, dei risultati da raggiungere, dei traguardi imposti.
Tra qualche settimana uscirà l'articolo dei tantissimi suicidi che ci sono in Giappone. Ti consiglio di non perderlo.
L'educazione è meravigliosa in Giappone se poi proiettata bene, ma questo non sempre è possibile. Ci sono decine e decine di fattori che influenzano la crescita di un ragazzo, perché la cultura giapponese è molto complessa.
Piano piano approfondiremo molti altri argomenti.
A quasi dimenticavo, nelle scuole c’è anche un’infermeria che si occupa dei bambini con febbre, malori o quando si fanno male durante alcune attività. Anche in infermeria ci sono bambini addetti a prendersi cura dei propri compagni, aiutandoli in base alle indicazioni dell’infermiere o infermiera della scuola.
Certo come ho detto in alcuni post in precedenza questa forma di educazione così ''estrema'' ha anche i suoi punti deboli, ma che io sappia non esiste nulla di perfetto.
Ti lascio con un breve video che mostra discretamente quello di cui abbiamo parlato. (3 minuti)
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(Articolo a cura di M.Matteo Gagliardi, Direttore del Centro Culturale Italia Giappone ''Sicomoro'' in Italia)