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YAKUZA: storia, struttura e abitudini

Aggiornamento: 15 ott 2022

L'organizzazione criminale più potente del mondo

(Articolo a cura di M.Matteo Gagliardi, Direttore del Centro Culturale Italia Giappone ''Sicomoro'' in Italia)



Bentornato!

L'ultima volta ti ho parlato dei "Koban" giapponesi, stazioni di polizia che rendono il Giappone più sicuro.

Se te lo sei perso ti consiglio di dargli un'occhiata → KOBAN: l'efficenza del sistema giapponese!


Oggi ti parlo dell'opposto.

Oggi ti parlo di organizzazioni criminali.

Oggi non avvertirai la stessa sicurezza dell'ultimo articolo.


OGGI TI PARLO DELLA YAKUZA


Cosa Nostra in Sicilia, la Camorra a Napoli, i cartelli messicani, le “maras” in America Latina, i gruppi armati e paramilitari dell'Est Europa, la Triade cinese, la mafia russa o la yakuza (ヤクザ) .

Tutti gruppi appartenenti alla criminalità organizzata con l'obiettivo di arricchirsi attraverso l'estorsione e il controllo dei lavori più loschi.


Oggi approfondiremo il tema della Yakuza giapponese, la storia, i rapporti tra i suoi membri, gli omicidi, i tipi di attività che frequentano e di come è diventata forse la mafia più potente del nostro pianeta.


Mettiti comodo.

Oggi conoscerai il lato più oscuro del Giappone.




Gli inizi della Yakuza giapponese

 

Bene, iniziamo con il conoscere un pò la storia, sempre essenziale per capire il presente e l'evoluzione.

D'altronde sarebbe anche difficile riuscire a comprendere il potere raggiunto da questa organizzazione criminale senza guardare indietro.


Uno dei tanti preconcetti del Giappone è che sia un paese sicuro in cui vivere. Un paese tranquillo, pacifico.

Nell'ultimo articolo ho elogiato i "Koban", stazioni di polizia che mantengono la pace.

È la verità, il Giappone ha dei tassi di criminalità che sono tra i più bassi al mondo.

C'è una sensazione di estrema sicurezza ovunque tu vada.


Ma se iniziamo a "scavare" più a fondo, scopriremo che in Giappone esiste la struttura criminale più potente del mondo.


Si dice che ad un certo punto della sua storia la Yakuza avesse circa 86.500 criminali sul suo libro paga.

Numeri assurdi.

Mentre i membri della stragrande maggioranza delle organizzazioni citate all'inizio dell'articolo si nascondono ed evitano di essere riconosciuti o scoperti, i membri della yakuza in Giappone indossano con orgoglio i loro famosi tatuaggi.

L'appartenenza a una famiglia della yakuza è per loro un motivo di onore e orgoglio.


Documenti storici mostrano che la yakuza giapponese iniziò ad operare durante il periodo Edo (1603-1868) e i suoi inizi risalgono all'epoca dei samurai. In quei giorni, molti di questi coraggiosi guerrieri non erano più necessari ai "Daimyo", signori feudali, e furono espulsi costretti a guadagnarsi da vivere, in qualche modo, lontano dalle battaglie e dall'onore.


Questi erano chiamati "Ronin", cioè Samurai senza Signore.

Non conoscendo altro lavoro che quello in cui veniva usata l'arte della katana, molti Ronin si guadagnavano da vivere con incarichi illegali. In cambio di poche monete, questi maestri della spada venivano assunti da persone di rinomato prestigio sociale per svolgere "traffici" e commissioni "pericolose".


In seguito, i guerrieri esiliati iniziarono a rafforzarsi in piccole città dove estorcere i loro abitanti non era per loro un grande sforzo. Così, in cambio della protezione delle merci e dei prodotti degli abitanti del villaggio, chiedevano vitto e alloggio.

Come previsto, non ci volle molto perché si creassero gruppi e bande di Ronin che si contendevano il controllo dello stesso territorio e quindi apparvero i primi combattimenti tra gruppi.


Così nacque quella che oggi conosciamo come la "Yakuza giapponese".




Che significa il termine "Yakuza"?

 

I ronin si divisero in 2 gruppi:

"Bakuto": Giocatori d'azzardo, soprattutto carte e dadi.

"Tekiya": Venditori ambulanti e commercianti che vendevano cose illegali, rubate o false.


Il termine yakuza deriva dalle sillabe ya (otto), ku (nove) e sa (tre) che costituivano la peggior mano possibile in un tradizionale gioco di carte creato dai Bakuto.

Colui che aveva in mano YA(8), KU(9), ZA(3) aveva la peggior mano e quindi poche possibilità di vincere.

L'unica cosa che poteva salvarli era l'abilità e l'astuzia, poiché la fortuna non poteva più influenzare il gioco.


Durante il periodo di stretto controllo territoriale da parte del Clan Tokugawa (periodo Edo), i capi più influenti delle bande Bakuto furono assunti per organizzare scambi commerciali in alcune zone del paese.

Tutte queste attività si estesero presto a templi e santuari regionali, così i Bakuto erano diventati i manager e i supervisori delle piccole imprese chiedendo loro di conseguenza un reddito fisso.


Il "Banzuiin Chobei" era il gruppo Bakuto più famoso di quel periodo.

Il loro lavoro consisteva principalmente nel proteggere i beni da bande rivali o gruppi che non erano molto entusiasti della fama di questi Ronin.

Poco a poco, le bande bakuto si sono evolute e con loro sono nati anche nuovi metodi per guadagnare soldi.





La Yakuza spicca il volo nella seconda guerra mondiale

 

Il vero potere della Yakuza in Giappone è esploso dalla seconda guerra mondiale.

È in questo momento che l'organizzazione criminale prese il controllo delle attività illegali.

Prostituzione, gioco d'azzardo e commercio illegale, droga, traffico di donne, estorsioni, omicidi su commissione e chi più ne ha più ne metta.


Alla fine della guerra, le due bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki e la resa del paese da parte dell'imperatore giapponese lasciarono il Giappone distrutto livello fisico e psicologico.

Non solo un territorio in rovina, ma soprattutto un popolo perdente e colpevole.

Le più grandi città del Paese asiatico erano irriconoscibili e più di 13 milioni di persone erano disoccupate e in condizioni miserabili. I livelli di produttività dell'industria nazionale erano diminuiti drasticamente e il riso, la principale fonte di cibo, era scarso.


Con un'economia nazionale che va a rotoli, non sorprende che sia apparso il mercato nero.

L'unica alternativa e mezzo di sopravvivenza per molti abitanti dell'arcipelago giapponese.


La Yakuza prese presto il controllo del nuovo sistema economico nazionale.

Si poteva trovare qualsiasi cosa al mercato nero; cibo, utensili, medicine. Tutto...

Oltre a tutti questi prodotti considerati "legali", il mercato nero divenne la principale sorgente della droga.


Durante gli anni '50, i gruppi già professionisti della Yakuza continuarono ad aumentare la loro influenza negli alti circoli politici.

La sua potenza aumentava insieme alla ricrescita dell'economia giapponese che velocemente si riprendeva, raggiungendo il suo massimo splendore nel periodo tra gli anni '60 e '90.




Una struttura gerarchica basata sul concetto "famiglia"

 

Alla fine degli anni '80, la yakuza giapponese contava un totale di 3.197 gruppi e un totale di 86.552 membri registrati dalle autorità giapponesi.


Tra tutti questi gruppi, i principali da decenni sono:


Yamaguchi-gumi [山口組]

Creata nel 1915, è la più grande famiglia Yakuza, conta più di 40mila membri ed è divisa in 750 clan affiliati.

Questa è considerata una delle più grandi mafie del mondo, se non la più grande, per:

Potere economico.

Potere offensivo, militare.

Diffusione nei paesi del mondo.

Indice di pericolosità totale.

Attività criminali.


Se vuoi dare un'occhiata ad una classifica ti lascio qui un link → Top 10 Mafie del Mondo


Sumiyoshi-rengo [住吉連合] o Sumiyoshi-kai [住吉会]

È la seconda famiglia più numerosa con più di diecimila membri divisi in 177 clan affiliati.


Inagawa-kai [稲川会]

È la terza famiglia più numerosa con più di 7mila membri ed è divisa in 177 clan affiliati.

Sono stati i primi ad operare fuori dal Giappone.


Ognuna di queste tre grandi fazioni è governata dagli "ikka" (一家) ovvero "Famiglie".

Una struttura di comando gerarchica molto marcata, che costituisce le basi dell'organizzazione della Yakuza.

All'interno del clan, ogni membro ha un ruolo ben definito.

Lavori, responsabilità, doveri, privilegi, status, tutto è "scritto".

È una struttura basata interamente sul concetto di famiglia.


Analizziamo un po' più a fondo le posizioni e le attività al suo interno.

La famiglia principale, che governa tutti i clan affiliati è composta così:


"Kumi-cho"

Capo supremo della famiglia. Colui che ha il massimo potere su tutta la famiglia e su tutti i clan affiliati.

Dai propri membri (figli) è chiamato "Oya-bun" (padre).


Sotto il Kumi-cho ci sono tre posizioni:


1. Waka-gashira

Vice capo


2. Shatei-gashira

Secondo vice capo


Questi due sono superiori ai "Kyodai" (fratelli maggiori) che a loro volta sono superiori ai "Shatei" (fratelli minori).

Questi due ultimi ruoli hanno il compito di riscuotere debiti, estorcere denaro nel quartiere, prendere ordini e commissioni per telefono e formare apprendisti yakuza.

Svolgono anche compiti più umili e semplici come pulire o cucinare, in base agli ordini che ricevevano dai superiori.


3. Saiko-komon

Amministratore e responsabile del "Shingi-in" per il ramo giuridico e del "Kaikei" per il ramo contabile.


I clan affiliati sono composti da un capo, un vice capo, fratelli maggiori e fratelli minori.

Anche se in realtà la ramificazione è un po' più complessa e dettagliata, questi sono i ruoli principali.


Le relazioni e i legami tra i membri della yakuza giapponese sono "sigillati" attraverso una cerimonia di scambio di sake.

Questa cerimonia si inaugura quando entra un nuovo membro o un membro già presente sale di grado.


La cerimonia è chiamata "sakazuki" (盃 ) e le relazioni sono stabilite in base alla quantità di sake versato in ogni "sakazuki", che è anche il nome della coppa per sake.

Tutti i membri dello stesso "rango" ricevono la stessa quantità di sake.

Il "Kumi-cho" quindi era quello che ne aveva di più.


"Per la polizia e la stampa giapponese, questa organizzazione criminale è chiamata Boryokudan [暴力 団], che significa "Gruppo di violenza", ma i membri generalmente parlano di se stessi come Ninkyo dantai [任侠 団 体], che significa "Organizzazione di spirito cavalleresco".

Cerimonia "Sakazuki"


(Kumi-cho di Yamaguchi-gumi)



Riti e abitudini della yakuza

 
Il dito mignolo

Quando uno yakuza commette un errore grave, un torto o un'offesa ad un suo superiore o comunque ha qualcosa da farsi perdonare, gli viene amputato il dito mignolo in un rituale chiamato "yubitsume".


Tatuaggi

Come tutti sanno, gli yakuza hanno il corpo pieno di tatuaggi.

Questi tatuaggi, noti con il nome giapponese di "Irezumi", sono spesso fatti a mano e questa pratica si chiama "Tebori".

L'inchiostro viene inserito utilizzando strumenti, non elettrici, con aghi di bambù o d'acciaio.

La procedura è costosa, dolorosa e può richiedere addirittura diversi anni per essere completata.


Quando giocano a carte tra loro, è abitudine togliersi le magliette e mostrare i tatuaggi, e questa è una delle poche occasioni in cui i membri della yakuza li mostrano ad altri.

Di solito sono tenuti nascosti in pubblico con magliette a maniche lunghe e a collo alto.


A causa dell'associazione con la Yakuza, i giapponesi hanno sviluppato un pregiudizio verso i tatuaggi, tanto da vietare l'accesso a persone tatuate in alcuni luoghi pubblici come per esempio piscine e "Onsen" (famose terme giapponesi).

Nel mondo del tatuaggio questi "Irezumi" giapponesi sono comunque considerati e riconosciuti come grandi opere d'arte.


Ci sarebbero tante cose da aggiungere sui loro costumi e regole, ma per ora mi fermo qui.

Non basterebbero dieci articoli per approfondire questo grande e misterioso mondo.




La Yakuza è invecchiata

 

Niente dura per sempre.

In questi ultimi anni la Yakuza ha dovuto fare i conti con la vecchiaia dei suoi membri, con una pandemia chiamata "Coronavirus", con il l'alto tasso di giovani che ormai non sono più interessati a far parte di un'organizzazione criminale e infine con un governo che attraverso leggi e restrizioni sta facendo la vita impossibile ai membri ed ex membri della Yakuza.


La pandemia per esempio ha ridotto drasticamente il numero di festival popolari e le attività in Giappone, due grandi fonti di reddito regolari per le bande della Yakuza, soprattutto quindi il traffico di stupefacenti.


Ma i membri della mafia giapponese affrontano un problema più serio.

L'età media è in aumento e con nessuna prospettiva di ricevere pensioni o qualsiasi altro tipo di aiuto governativo.

Il leader della famiglia Yamaguchi-gumi ha ora 83 anni e con l'aumento degli yakuza ultrasettantenni si aggiunge il calo dei ventenni, che oggi sono solo il 4,3%.

A differenza della generazione dei loro genitori e nonni, che associava la yakuza a una vita di avventure, donne e denaro, i giovani d'oggi non sono più interessati a quel tipo di vita.

Un autore specializzato in criminalità organizzata, Tomohiko Suzuki, racconta che l'invecchiamento delle bande costringe i capi a intraprendere missioni ad alto rischio che in precedenza erano assegnate solo ai membri più giovani, quindi "sacrificabili".

Assassinare un rivale per ordine del capo era una forma di promozione, perché dopo aver scontato una pena di 15 o 20 anni si usciva dal carcere potendo occupare una posizione di rilievo nella famiglia.

Mentre il "Teppodama" era in carcere, la sua famiglia veniva protetta e i suoi compagni gli facevano visita regolarmente.

Ma questa forma di fare carriere è scomparsa quando il governo ha introdotto l'ergastolo per alcuni casi di omicidio.

Per i membri più anziani invece, il carcere rappresenta una zona sicura che garantisce loro cibo, riparo e cure mediche.

Gli Yakuza non possono aprire conti bancari, firmare contratti di alcun genere, avere carte di credito o polizze assicurative.

Ovviamente non possono accedere a pensioni o altri benefici sociali.

Un ex yakuza di 70 anni intervistato dall'"Asahi Shinbun", giornale nazionale giapponese, ha affermato che per accedere ai benefici sociali la polizia doveva cancellarlo dalla lista dei criminali e gli hanno chiesto un documento firmato dal capo del clan che dichiarasse la sua ritirata.

Tuttavia, il suo gruppo si è sciolto prima di poter rilasciare questo certificato e gli ci è voluto molto tempo per convincere le autorità che non aveva più niente a che fare con la criminalità organizzata.

Ha confessato: "Se dovessi rinascere, non mi unirei mai alla Yakuza"





Confessioni di un "Teppodama"

 

In genere, la yakuza giapponese esegue le esecuzioni per mezzo di tre uomini.

Un assassino chiamato "Teppodama" che è il sicario professionista, un motociclista esperto e un "confermatore".

Normalmente il "Teppodama" sale sulla moto del motociclista mentre il "confermatore" guida un'auto con due chiare funzioni: vigilare e confermare il lavoro svolto dal "Teppodama".


Inoltre il "confermatore" ha il compito di sostituire il "Teppodama" in caso di morte e quindi terminare la missione.



Un giovane "Teppodama" ricorda e ci racconta la sua prima missione:


“L'ho saputo il giorno prima, ho passato tutta la notte a pensarci senza dormire.

Stavo cercando di concentrarmi sulla missione e di non pensare ad altro.

Tutto era confuso nella mia testa e mi dicevo: non pensare agli anni di carcere, o alla morte.

Uccidi il bersaglio! Uccidi quel ragazzo!

Quella mattina invece, hanno annullato l'operazione.

Io avevo 23 anni, e la mia famiglia era in guerra con un'altra famiglia che aveva ucciso uno dei nostri.

Il capo voleva vendetta e mi aveva dato quella missione.


Pochi giorni dopo, la missione riparte.

Eravamo in quattro a prepararla.

Per tutta la notte ho continuato a ripetermi: fallo, e poi andrai in galera, ma fallo!

Il tuo nome sarà famoso in tutta l'organizzazione! Sarai quello che l'ha aiutata!


Il giorno arrivò.

Un uomo ci ha portato cinque armi in taxi fino al quartiere di Asakusa (che si trova a Tokyo ed è la sede di un grande gruppo yakuza), dovevamo incontrarci lì, uno era in moto e l'altro in macchina con me.

Una volta lì io avevo due pistole e gli altri una.


Pochi istanti prima della missione, hanno annullato di nuovo.

Ho ricevuto un messaggio sul cercapersone e ho chiamato l'ufficio centrale.

Mi hanno detto di tornare indietro, ma io ho risposto che non poteva essere, che ero già lì, che ero pronto e disposto ad andare in galera. Mi hanno pregato di non portare a termine la missione e si sono anche scusati.

Per uno Yakuza, anche se ha paura, è un onore essere scelto.


La terza volta sono arrivato fino alla fine.

Preferisco non entrare nei dettagli, perché è molto recente”.


(Testo estratto da: Pierrat & Sargo., (2007), Yakusa, un'inchiesta sulla mafia giapponese: Oceano, S.l.)




Con quest'ultima parte dell'articolo si nota chiaramente il senso di appartenenza di uno Yakuza verso la propria famiglia.

La disponibilità di andare in galera per decenni pur di essere l'orgoglio della famiglia.


Forse è proprio questo che rende la Yakuza un'organizzazione così forte e temibile, i samurai, il sangue che scorre nelle vene di questi "Ronin" è lo stesso dei grandi samurai che combattevano per l'onore.


Onore, orgoglio, dare la vita per quell'ideale che nessuno può portarti via.

Purtroppo però, queste grandi virtù sono state usate dalla Yakuza in maniera palesemente sbagliata.


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Articolo a cura di M.Matteo Gagliardi, Direttore del Centro Culturale Italia Giappone ''Sicomoro'' in Italia



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